La nostra storia
L’Azienda Perusini è tra le 50 happy few iscritte da Luigi Veronelli nel Gotha dei “I Vignaioli storici Italiani“, pubblicato nel 1986. Non è dunque un caso se la più antica raffigurazione medioevale della vendemmia e della vinificazione in Friuli è in un affresco della Casa Perusini-Antonini a Udine (sec. XIV, ora conservato
al Museo Civico).
Nel secolo scorso, quando ancora imperava la moda dei vitigni francesi, la viticoltura friulana deve ai Perusini la selezione e la salvaguardia di alcuni antichi vitigni autoctoni.
Si deve infatti a Giacomo Perusini, la riscoperta ottocentesca del Picolit, la sua selezione e messa a dimora nei Colli Orientali del Friuli. Appassionato ed intelligente viticultore, affiancò alla ricerca ampelografica la gestione dell’azienda fino alla sua prematura scomparsa durante la prima guerra mondiale.
La moglie Giuseppina, pittrice, scrittrice, ma anche abile donna d’affari, iniziò il rilancio dei vini friulani sul mercato nazionale ed internazionale.
Il figlio Gaetano, continuò ed ampliò la ricerca sull’agricoltura tradizionale: a lui si devono infatti studi fondamentali sui patti agrari e sui vitigni del Friuli. Giampaolo, l’altro figlio, curò la selezione di un altro vitigno autoctono friulano: la Ribolla Gialla. Ora il castello di Rocca Bernarda, antica sede dell’azienda e della famiglia, è passato per legato testamentario all’Ordine di Malta, ma la tradizione familiare continua nella parte dell’azienda rimasta sul colle di Gramogliano, lambito dal fiume Judrio, e, fino al 1918, storico confine tra Austria e Italia.
Oggi conducono l’azienda Carlo, Tommaso e Michele, figli di Teresa Perusini, nipoti di Giampaolo. Così la tradizione familiare continua sul colle di Gramogliano, noto da secoli – assieme a quello di Rosazzo e della Rocca Bernarda – per la bellezza paesaggistica, il terreno, l’esposizione ed il microclima che ne fanno i cru hors classe dei Colli Orientali del Friuli.
L’azienda Perusini è innovativa non solo nell’aspetto enologico ma anche nelle scelte estetiche. Così la ristrutturazione del centro aziendale ha visto sorgere, accanto alla casa padronale seicentesca, la singolare torre-cantina progettata dall’architetto Augusto Romano Burelli in una ricerca MURST per lo studio di nuove tipologie produttive dell’area mediterranea. L’interno della torre, attraversato dal pendolo di Focault, è decorato dalle pitture murali di Leon
Tarasewicz e la scultura di Gianpietro Carlesso.